“Io lavoro solo con le richieste specifiche, quelle generiche le cestino direttamente…”
“Riesco ad avere maggiore successo con le specifiche, ma anche le generiche sono utili in questo momento per farmi conoscere….”
“Vorrei contatti più qualificati che mi facciano perdere il minor tempo possibile…”
Le frasi sopra riportate sono solo una breve ricostruzione di pensieri e confronti che avvengono tra gli agenti immobiliari, che quotidianamente si trovano a doversi districare tra numerose modalità di gestione dei contatti, per trovare le strade più adatte alle diverse richieste.
Abbiamo voluto quindi indagare e capire nello specifico la resa, per i diretti interessati, delle due diverse categorie di richieste e abbiamo chiesto ai lettori del blog:
In percentuale, quanti dei tuoi affari sono conclusi tramite richieste specifiche e quanti tramite richieste generiche che arrivano dai portali?
Il sondaggio, durato 15 giorni, ha visto, alla chiusura, 2 risposte a pari merito;
infatti, sia la risposta
75% specifiche e 25% generiche
che la risposta
100% specifiche e 0% generiche
hanno raggiunto il 35% dei votanti, palesando un forte accentramento nelle potenzialità di generare chiusure da parte delle richieste specifiche.
Dato da evidenziare, perché fuori dal coro, il 20% (ossia 1/5) dei votanti ha ammesso di aver chiuso diversi affari, avvalendosi in maggior parte delle richieste generiche e solo in minoranza di quelle specifiche.
Se il contatto specifico consente all’agente di partire leggermente “avvantaggiato”, in quanto espressione già di un primo e chiaro interesse da parte del possibile cliente verso una specifico immobile, un contatto generico consente solo di avere una vaga idea della tipologia di immobile richieste, ma nessun altra informazione viene fornita all’agenzia, per consentirle di qualificare la proposta da fare.
Se il contatto specifico, avendo espressamente lasciato i dati all’agenzia, compilando, ad esempio il form apposito accanto all’annuncio visto, per essere contattato in merito all’immobile, attende un recall o una mail diretta, il contatto generico in diversi casi, non è del tutto consapevole di aver inviato alle agenzie della zona una richiesta e si trova contattato non da una agenzia, bensì da diverse, che possono avere delle soluzioni idonee alla sua ricerca, ma con il rischio per l’agenzia, di essere la decima della giornata che lo chiama e quindi non avere esito positivo nel fissare un appuntamento.
Se il contatto specifico richiede meno tempo per fissare un appuntamento per la visita dell’immobile..in teoria sa già quale immobile vuole vedere, il contatto generico, per essere inserito in database come possibile cliente, richiede notevoli sforzi da parte dell’agente, che deve in pochi secondi distinguersi dai propri colleghi, catturare l’attenzione dell’utente, carpire il reale interesse e farsi ascoltare, convincendolo per un incontro…psicologia, strategia militare, strumenti avanzati di marketing e non solo, vanno a comporre il kit dell’agente che si prepara a contattare un utente generico.
Alla luce di tutto questo, sono chiari i motivi che probabilmente hanno fatto propendere le agenzie, nella risposta al sondaggio, notevolmente verso i contatti specifici come fonte maggiore di compravendite e/o locazioni andate a buon fine.
E’ diverso il rapporto che si crea fin dalla nascita con l’utente, contattato su richiesta partita da lui direttamente; è elevato, nella maggior parte dei casi, il tasso di abbandono, per difficoltà di reperimento, per rifiuto dell’utente al contatto dell’agenzia, per ( e gli agenti lo sanno), in molti casi richieste paradossali o incoerenti da parte del contatto generico.
Sentiamo cosa ne pensano a tal proposito gli agenti immobiliari…
Fonte: Redazione Portaliimmobiliari.net