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C’era una volta la detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli immobili. Dal 1° gennaio 2013 essa verrà ancora applicata ma nella misura del 36%. Viene quindi praticamente portata allo stesso livello delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie, indipendentemente dalla riqualificazione o meno in campo energetico. La ratio però delle due detrazioni in origine era sostanzialmente diversa

Il contribuente A.D. si rivolge all’Agenzia delle entrate per conoscere le ultime novità in materia di “Detrazione Irpef del 55% per gli interventi diriqualificazione energetica“.

La risposta arriva su FiscoOggi (7 marzo 2012).

A farsene carico è Antonina Giordano che così scrive in prima battuta: «Ildecreto legge n. 201/2011 ha dettato nuove regole in materia diagevolazioni fiscali per i contribuenti che effettuano interventi di riqualificazione energetica di edifici già esistenti».

Dato che la domanda del contribuente è piuttosto generica, e non specifica quindi a quale tipo di interventi si faccia riferimento, nella risposta vengono fornite alcune precisazioni su interventi specifici, scegliendo fra quelli più comunemente adottati dalle famiglie.

Seguono quindi esempi come questo: «In particolare, tra gli interventi agevolabili rientra ora anche la sostituzione di scaldacqua tradizionali con altri a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria».

Con l’avvertenza però che «La detrazione nella misura del 55% delle spese sostenute trova applicazione agli interventi di riqualificazione energetica effettuati fino al 31 dicembre 2012».

La novità vera è poi che (ahinoi!) «Dal 1° gennaio 2013, gli interventi di risparmio energetico, attualmente beneficiari del 55%, potranno essere detratti nella misura del 36%».

Se ne deduce che per interventi di riqualificazione energetica sparisce la detrazione del 55%, mentre l’aliquota percentuale viene accomunata a quella del 36% destinata, come si sa, alle ristrutturazioni edilizie.

Non è una buona notizia. Ciò che non era riuscito a Tremonti è riuscito a Monti!

Eppure questo è uno di quei settori che potrebbe creare nuovi posti di lavoro, oltre naturalmente a contribuire al raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20 che anche l’Italia ha sottoscritto.

Certo, con lo spread che incombe non c’è tanto da andare per il sottile. Resta il fatto che se quell’obiettivo non verrà raggiunto l’Italia sarà chiamata a pagare penali che andranno ben oltre quel 55% che oggi viene negato ai cittadini per ridurlo al 36%.

«L’articolo 16-bis del Tuir – conclude in ogni caso l’Agenzia delle entrate – prevede la detraibilità del 36% anche per interventi relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia».

Di più evidentemente non è possibile ottenere

Fonte: http://www.quotidianocasa.it/