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Daniele Mancini (A.d. e G.m. di Casa.it): «In Italia una crescita dell’80%»

«Stiamo cercando portali immobiliari da acquistare nel mondo, perché siamo convinti che ci siano ottime opportunità di espansione del nostro business». Daniele Mancini, a.d. e direttore generale di Casa.it, è un ottimista di natura, come sanno bene i suoi collaboratori; ma anche un preciso valutatore delle continue minacce del mercato, da un lato, e chance, dall’altro.

Quali sono le vostre strategie di espansione?
Stiamo valutando diversi mercati, soprattutto in America Latina, dove pensiamo ci siano ottime opportunità di business, al contrario dell’Asia in cui le barriere all’ingresso sono molto elevate. Ma usciamo anche da alcuni Paesi. Per esempio, in Gran Bretagna il mondo digitale è talmente sviluppato che abbiamo deciso di cedere il nostro portale, che era il terzo per grandezza, al primo operatore: gli investimenti di marketing richiesti per diventare leader erano talmente elevati da non giustificare l’ulteriore permanenza. Nel settore degli annunci online e dei portali immobiliari è indispensabile essere i primi, in modo da poter decidere autonomamente la strategia e il posizionamento. Ed è a questo che miriamo quando entriamo in un mercato. Il mondo dell’off line, cioè il cartaceo, sta invece perdendo precipitosamente terreno e in alcuni Paesi quasi non esiste più.

Come valuta l’Italia e l’Europa?
Siamo un gruppo internazionale, quotato alla Borsa di Sidney, e continuiamo a crescere anno su anno. L’Italia non è stata da meno: in tre anni Casa.it, che abbiamo rilevato, è cresciuta dell’80%. E il nostro gruppo, Rea, ha anche deciso di rilevare le quote che erano in capo a Sky, così che oggi possediamo il 100% di Casa.it. Ora stiamo lavorando per cambiare la mentalità italiana in questo settore, purtroppo ancorata a vecchi schemi.

A che modello guardate?
Per esempio all’Australia, la nostra madre-patria. Il mercato continua a crescere, ci sono circa 10mila agenzie immobiliari, il 50% sono franchising e hanno un modo totalmente diverso di lavorare rispetto, per esempio, ai franchising italiani. Mentre in Italia le agenzie devono pagare una quota prestabilita ogni anno, indipendentemente dall’andamento del mercato, in Australia e in altri Paesi la fee è in percentuale del fatturato, consentendo una maggiore flessibilità. Inoltre, le agenzie australiane si sono unite e via via fuse, scendendo di numero ma rafforzandosi in termini di potenza commerciale e lavorativa, con una media di 14-15 addetti per agenzia. In Italia il “peccato originale” è invece dettato dal fatto di lavorare in mediazione anzichè in contratto d’esclusiva, dal che derivano tutta una serie di distorsioni.

Qualche esempio?
Le commissioni più alte, per esempio. I tempi di vendita, molto più lunghi in quanto l’assenza dell’esclusiva frena gli investimenti di marketing. La mancanza di trasparenza del mercato.

E questo spiega il successo di Casa.it in pochi anni in Italia?
Tutti sappiamo che il settore immobiliare sta vivendo un momento davvero difficile e in questo contesto anche l’agente immobiliare ha meno soldi da spendere per il marketing. E se prima le agenzie usavano un mix di mezzi, dal cartaceo alla radio al digitale al volantinaggio, con la crisi sono andati a verificare quale mezzo portasse più contatti a parità di investimento ed è risultato evidente che l’unico canale davvero efficiente è internet. Così se è diminuita la spesa complessiva per il marketing, è però aumentata di molto la quota dell’online. Noi abbiamo nel frattempo portato una cultura di massimizzazione dell’investimento internet e di formazione delle agenzie. Teniamo corsi in tutta Italia per insegnare agli agenti come comunicare online, come pubblicare in modo efficiente un annuncio e come seguire il percorso di ogni singolo immobile. Contemporaneamente investiamo moltissimo in marketing.

Quanto?
L’anno scorso dieci milioni di euro, con tutti i canali, inclusa la sponsorizzazione della Juventus.

Le agenzie pagano per Internet anche in tempi di crisi?
Siamo inflessibili. Siamo fermamente convinti che l’online gratuito non abbia nessun futuro. Da noi chi non paga viene eliminato immediatamente, così come abbiamo eliminato l’anno scorso diverse agenzie perchè non rispettavano gli accordi di pubblicazione delle foto o di eliminazione degli annunci scaduti.

Quali sono i vostri numeri?
Abbiamo circa 600mila contatti al mese (si veda la scheda in questa pagina, ndr). E pensiamo, guardando ad altri mercati, che ci sia ancora moltissimo spazio di crescita per il canale online: non solo bisogna andare a prendere l’utente che già naviga su internet, ma anche convincere quel 45% che non lo fa a provarci. Ecco perché investiamo molto anche sui canali off line. I clienti sono passati da circa 800mila a oltre 4,7 milioni e gennaio sta andando benissimo: la scorsa settimana abbiamo superato i 300mila utenti in un giorno. In tre anni siamo passati dal fatturare tre milioni con un’azienda in perdita a più di 17 milioni con il 4% di Ebitda. E continuiamo a crescere. Oggi siamo circa 150 persone.

Quanto costa pubblicare su Casa.it?
A livello tecnico possiamo parlare di Arpa, cioè average revenue per agency: circa 150 euro al mese per circa 60 annunci.

Intermediate solo case e non, per esempio, mutui: come mai?
Siamo il primo portale per richiesta mutui, ma non vogliamo entrare direttamente nel business di intermediazione dei prestiti. Ci limitiamo a girare il contatto.

Perchè?
Perchè così collaboriamo con diversi soggetti e, indipendentemente dal fatto che venga erogato il mutuo o meno, guadagniamo sulla segnalazione. Il che ci ha permesso, in questo momento di crisi, di cavarcela egregiamente anche in questo comparto. Questo è il nostro lavoro, anche nell’immobiliare: creare contatti di elevata qualità. E questa strategia è ciò che ci rende forti.

fonte: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mondo-immobiliare/

2013: gli AGENTI IMMOBILIARI dicono la loro sui PORTALI IMMOBILIARI!

Il centro studi di Portaliimmobiliari.net (blog sulla realtà dei portali immobiliari in Italia), desidera iniziare il nuovo anno con uno studio nazionale che aiuti a capire come sono percepiti dagli agenti, i portali immobiliari e quali sono i possibili margini di miglioramento nelle loro funzionalità.

L’ esperienza diretta è per noi, l’elemento più importante e primario per fornire indicazioni ai portali; per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere gli agenti immobiliari in un nuovo sondaggio nazionale…ed ecco le risposte che abbiamo ricevuto!

Abbiamo iniziato con alcune domande inerenti una importante distinzione tra le due tipologie di contatto che i portali sono in grado di offrire alle agenzie, ovvero: richieste specifiche e generiche, chiedendo:

In percentuale, quanti dei suoi affari sono conclusi tramite richieste specifiche e quanti tramite richieste generiche che arrivano dai portali?

Circa l’ 80% (sommando il 39% e il 35% ha concordato sul fatto che sono le richieste specifiche a generare il maggior numero di affari andati a buon fine.

In particolare più del 35% ha affermato che la totalità delle trattative concluse proviene da una richiesta specifica.

Molto bassi i rimanenti valori, ad indicare, se vogliamo andare ad interpretare questo grafico, la maggior qualificazione di una richiesta specifica rispetto ad una generica e forse, la maggior facilità per l’agente gestire il cliente, avendo la possibilità di individuare più velocemente i suoi interessi e di conseguenza valide soluzioni abitative adatte alle sue esigenze.

E sempre in tema di contatti generati dai portali, una questione che sta tenendo banco tra le fila degli agenti, riguarda la “titolarità” delle richieste e il loro utilizzo. Abbiamo interpellato gli agenti in merito, chiedendo: Secondo lei le richieste specifiche dei clienti sui suoi annunci pubblicati sui portali possono essere inviate ai suoi colleghi come richieste generiche?

Il 68% non ritiene corretto trasformare i dati del contatto specifico, in richiesta generica da diffondere alle agenzie “vicine”, rivendicando in questo senso, la titolarità del contatto e la fonte che lo ha generato, ossia il palese interesse di un cliente verso il proprio immobile.

Un 22%, non ritiene questa pratica una possibile minaccia, rispondendo che considera corretto l’invio dei dati del contatto anche ai colleghi.

Altro comportamento dei portali oggetto di indagine riguarda la facoltà attribuita ai privati di utilizzare il medesimo canale impiegato dagli agenti, per procedere direttamente al contatto baypassando l’intermediario immobiliare.

Ritiene corretto che i portali immobiliari specifici per il settore abbiamo come clienti anche i privati che vogliono vendere casa?

Il 64% non approva questa strada ed è facile tradurre la risposta nel desiderio di rimanere inserzionisti esclusivi, soprattutto nei portali a pagamento, come scrivono gli agenti nei blog, dove hanno l’opportunità di scambiarsi opinioni e confronti

“In un periodo di grave crisi per il settore immobiliare, favorire la compravendita tra privati, a scapito degli operatori del settore, lo trovo assolutamente scorretto”

Un 28% è positivo alla pubblicazione dell’inserzione privata, probabilmente perché sicuro delle proprie competenze nonché della qualità e della quantità di servizi in grado di offrire al futuro acquirente, per affiancarlo al meglio nella delicata ed importante operazione di acquisto o affitto di una soluzione abitativa e non ritiene il privato una minaccia, sulla base di queste sue peculiarità.

Il sondaggio ha poi voluto approfondire l’aspetto economico legato al mondo dei portali a pagamento, con le seguenti domande:

Sulla base di quale di questi parametri preferirebbe pagare gli abbonamenti ai portali?

Oltre il 40% attribuisce al parametro “numero di richieste specifiche” un ruolo fondamentale nel determinare la volontà di pagare un abbonamento al portale, qualificando lo stesso come fondamentale per riconoscere il valore del portale e quindi giustificarne il pagamento.

A pari merito, con il 19%, troviamo:

– numero di annunci

– numero di gg/mese di posizionamento degli annunci nelle prime pagine,

dando così importanza, da un lato, alla possibilità di calibrare il proprio investimento sulla base delle offerte che si vanno ad inserire nel sito, e dall’altro al desiderio di visibilità, oggi elemento essenziale, per potersi distinguere nel mare di immobili pubblicati ogni giorno.

Quasi a prevedere il primato attribuito al numero di richieste specifiche, come elemento di propensione al pagamento, abbiamo voluto capire qual è il valore monetario attribuito ad un contatto generato dal portale, chiedendo:

Se un portale attuasse una politica commerciale di pagamento a contatto ricevuto, quanto sarebbe disposto a pagare per singolo cliente?

Il valore andava da minimo 5 euro ad un massimo di 20 euro. Non ha stupito particolarmente la scelta del 77% dei votanti, di spendere la cifra minima proposta, considerato forse il fatto che, se da un lato il contatto creato dal portale è fonte del lavoro dell’agente, dall’altro in questo momento la ristrettezza del mercato porta comunque a cercare il risparmio, diminuendo la propensione alla spesa. Solo il 3% infatti ha dichiarato che sarebbe disposto a spendere anche 20 euro per un contatto di qualità.

Ma in generale, qual è l’importo massimo (in euro) che sarebbe disposto a pagare per un contratto annuale di un portale immobiliare?

Troviamo nelle risposte quasi un pari merito tra 300 euro e 500 euro, come valori ritenuti corretti per un impegno annuale nei confronti di un portale; solo un 5% dichiara di essere disposto a spendere più di 1000 in un solo sito immobiliare, probabilmente attribuendo a quel portale una elevata capacità di generare riscontri e quindi un ROI idoneo a giustificarne il costo.

Ma in realtà, in questo momento, quant’è la spesa destinata a questo mezzo pubblicitario?

Lo possiamo capire dalle risposte a questa domanda:

In percentuale, quanto incide l’investimento sui portali, sul totale del bugdet pubblicitario annuale della sua agenzia (inteso sia promozione su Web che cartacea)?

Non abbiamo una percentuale che evidenzi un comportamento di spesa predominante e che indichi una direzione univoca degli agenti, nella scelta dell’investimento verso i portali.

E’ quindi difficile capire, dal risultato della domanda, quale sarà l’andamento nei prossimi periodi in termini di potere di acquisto e volontà di investimento su questo mezzo.

Possiamo solo dire che circa il 50% degli agenti investe meno della metà del proprio budget sui portali immobiliari, preferendo affiancare altri strumenti a potenziamento dei piani marketing e promozionali.

E dall’altra parte, circa l’altro 50% investe sui portali gran parte delle risorse, attribuendo agli stessi una grande responsabilità nella produzione di contatti e opportunità di concludere affari.

Ma quale delle due parti sta seguendo la strada più idonea al momento? Chi investe meno del 50% o chi più del 50% sui portali?

L’equazione perfetta in questo caso non esiste, ogni agenzia ha la sua formula corretta, adatta alla zona, alla tipologia di immobili trattati e alla clientela che cerca di raggiungere.

Vediamo però, tra portali e carta, due mezzi di comunicazione tra loro diametralmente opposti, quale fornisce una resa maggiore nella situazione attuale, secondo gli agenti che hanno partecipato al sondaggio.

In percentuale quanti affari sono stati conclusi attraverso contatti provenienti dai portali, rispetto ai contatti provenienti dalla carta stampata?

Si evidenzia un notevole peso dei portali nella capacità di generare contatti e opportunità di vendita e/o locazione, come riporta il 39% degli agenti che hanno risposto che il 70% dei contatti a buon fine arriva da portali e il 30% da carta.

Un dato fa pensare…il 25% degli agenti che non riesce a quantificare la fonte dei propri contatti, con il rischio di non riuscire a mantenere una gestione ottimale dei mezzi promozionali e l’opportunità di realizzare campagne più mirate grazie alla possibilità di misurare la resa dei singoli mezzi, potendo realizzare dei risparmi di risorse investite su strumenti che non risultino adeguati al proprio business sulla base di dati certi.

Dopo aver visto, dal punto di vista economico, la gestione dei portali nelle agenzie, andiamo a fotografare su quali e quanti fanno pubblicità gli agenti:

In media, quanti portali utilizza la sua agenzia immobiliare?

Più del 60% si assesta sull’utilizzo di una decina di portali, tra gratuiti e a pagamento, per la promozione degli immobili, un 18% arriva ad un massimo di 20 portali, aiutati probabilmente in questo compito di pubblicazione da sistemi di multi-invio, che possono ridurre notevolmente il lavoro di inserimento ed aggiornamento degli immobili.

Una percentuale irrisoria, quella che utilizza più di 40 portali, probabilmente perché, da un lato non ancora tutte le agenzie sono dotate di sistemi automatici di replicazione, dall’altro, hanno operato una selezione dei siti dove essere presenti, tenendo conto della resa in termini di visibilità per la singola realtà operativa, attuando una strategia selettiva.

Ma come sono distribuite le scelte tra siti a pagamento e siti gratuiti, nel parco portali dell’agenzia? Ce lo svela la risposta alla prossima domanda: In percentuale quanti portali gratuiti e quanti a pagamento utilizza per la sua pubblicità on line?

Il 44% delle agenzia utilizza per la promozione degli immobili, in maggioranza portali gratuiti (75% portali gratuiti e 25% portali a pagamento); però 1 / 5 degli agenti sembra preferire e affidarsi per la quasi totalità dei loro immobili, a siti a pagamento. 

Ma gli agenti sono soddisfatti dai servizi e dalla qualità offerta dai portali specifici di settore?

La metà degli agenti immobiliari che hanno partecipato al sondaggio, conferma una certa soddisfazione dal supporto fornito dai siti specifici, per quanto riguarda la visibilità offerta e i servizi forniti. Il 40% però si dichiara poco appagato dai benefit offerti dai portali, indicando un buon margine di utilizzatori che deve essere ancora coltivato e ascoltato, per offrire maggior valore verso gli inserzionisti.

Probabilmente buona parte degli agenti che ritengono i servizi offerti dai portali di settore  poco valorizzanti per la loro promozione, vanno a riempire le fila di quel 45% che ha risposto SI alla prossima domanda:

Per promuovere i suoi annunci, utilizza portali generalisti, ovvero siti che trattano diverse categorie oltre a quella immobiliare?

Mentre il 54% si affida solo a portali esclusivi per il settore immobiliare, quando si tratta di promuovere gli immobili e l’attività; non si evidenzia però una netta preferenza verso l’esclusività dei siti settoriali, aprendo le porte del Real Estate anche a siti dove gli immobili non sono l’unico articolo di ricerca dell’utente che naviga.

Quando si parla di portali, si tende ad associare agli stessi la sola funzione di pubblicazione degli immobili; in realtà essi offrono diverse opportunità per aumentare la visibilità dell’agenzia e degli immobili, grazie ad un insieme di servizi a corollario dell’inserimento dell’annuncio.

Ma gli agenti conoscono questi benefit aggiuntivi e li incorporano nei propri piani pubblicitari come elementi attivi e idonei a produrre richieste?

Vediamo cosa hanno risposto alla domanda: Quali dei seguenti servizi aggiunti offerti da alcuni portali utilizza per migliorare la qualità degli annunci, le modalità di pubblicazione degli stessi e/o la gestione dei contatti?

Tra i servizi maggiormente apprezzati ed utilizzati, una parte rilevante viene attribuita alla funzione di multi-pubblicazione su altri portali (con il 35%), a sfruttare la possibilità di diversificare la presenza e la possibilità di raggiungere l’utente tramite le ricerche da più portali, aumentando esponenzialmente le possibilità di essere trovati.

A seguire, l’acquisto di annunci Top/prime posizioni, con il consenso del 29%, per cercare di mettere in evidenza, anche per un periodo limitato, i propri immobili rispetto alla concorrenza e sfruttare questo margine di visibilità aggiuntiva.

Circa 1 / 4 delle agenzie non utilizza alcun servizio aggiuntivo riconoscendo al portale il ruolo primario di vetrina di annunci e utilizzando elusivamente questa funzione.

Per concludere, un’ultima domanda riguardava le associazioni di categoria, in particolare riguardo al portale delle stesse:

Si ritiene soddisfatto del portale della sua associazione di categoria ?

I dati non forniscono segnali incoraggianti nei confronti degli strumenti web, che le associazioni di categoria mettono a disposizione degli associati.

Il 38% non utilizza il portale della sua associazione, il 24% è poco soddisfatto dal servizio offerto e il 18% non lo è per niente; solo un 5% lo ritiene valido, ed è una percentuale un po’ piccola, sicuramente migliorabile, soprattutto se il portale è gestito e realizzato da un ente che è creato per sviluppare servizi a supporto e favore della figura dell’agente immobiliare

 Fonte: Centro Studi Portaliimmobiliari.net

standard & poor’s: i prezzi delle case in italia torneranno a crescere nel 2014 (tabelle)

Secondo l’agenzia di rating standard & poor’s il mattone italiano vivrà un anno di crisi per tutto il 2013, come de resto avverrà praticamente in tutta europa. A differenza di molti paesi vicini, tuttavia, la correzione dei prezzi sarà inferiore e già dal 2014 si potrebbe verificare un’inversione di tendenza positiva

Nel suo ultimo studio sul real estate nei principali paesi europei, standard & poor’s indica che nel 2013 solo germania e belgio vedranno un segno più nei loro valori immobiliari. I prezzi delle case in italia dovrebbero invece scendere dell’1,6%, dopo il -4% del 2012. spagna, olanda e francia saranno gli stati con le peggiori performance

Il 2014 dovrebbe però essere l’anno dell’inversione di tendenza, dopo praticamente un lustro di diminuzione dei prezzi degli immobilicon un +0,5% l’italia figura tra i paesi che torneranno in terreno positivo. La francia invece potrebbe collezionare un altro tonfo, regolando così gli eccessi dei prezzi vissuti negli ultimi anni. Stessa cosa per spagna e olanda.

Le variazioni indicate si riferiscono ai prezzi nominali, al netto cioè dell’inflazione

La depressione del real estate italiano dura, secondo questo studio, dal 2008. il 2012, l’anno della crisi dei mutui, ha dato un’accelerazione alla discesa dei prezzi e per il 2013 non ci saranno grandi novità, salvo la correzione principale potrebbe essere già avvenuta.

Lo studio standard & poor’s conferebbe la previsione rilasciata a idealista news nel 2010 da ezio bruna, docente di economia e finanze al politecnico di torino. In quell’occasione bruna ci disse che la crisi immobiliare sarebbe durata fino al 2014 e le ragioni che allora adduceva sono le stesse messe in risalto dall’agenzia di rating.

Come ogni settore, secondo entrambi, anche il real estate deve fare i conti con i cicli economici generali. solo nel 2014 il pil italiano tornerà a crescere e la disoccupazione invertirà la tendenza negativa. Le case, come tutti gli altri beni, seguono l’andamento macroeconomico generale.

le previsioni di s&p sono le più ottimistiche.

Fonte: http://www.idealista.it/

Un’imposta, duemila moduli

Secondo un conteggio del Caf Acli, un Comune su quattro ha introdotto per l’Imu formati di comunicazione locali

Sono circa duemila i Comuni italiani in cui i cittadini non potranno usare il tanto atteso modello per la dichiarazione Imu. Un municipio su quattro ha infatti introdotto un formato di comunicazione “locale”, diverso da quello messo a punto dal dipartimento delle Finanze. Si tratta di una complicazione non indifferente in vista della scadenza al 4 febbraio, soprattutto per i professionisti che si occupano di Imu e che si trovano ora costretti verificare delibere e regolamenti comunali alla ricerca dei cosiddetti “adempimenti formali non onerosi”.

Il conteggio dei duemila Comuni, spiega Il Sole 24 Ore, è stato effettuato dalCaf Acli, che ha mappato per i prorpi uffici tutte le decisioni locali. “La grande maggioranza delle delibere che comportano obblighi di comunicazione varie per aliquote o detrazioni agevolate si trova nel Nord,” spiega il direttore del Caf Acli, Paolo Conti. “Nel Centro-Sud, invece, è più frequente imbattersi in delibere locali che hanno previsto la stessa aliquota per tutti gli immobili diversi dalla prima casa”.

Fonte: http://www.quotidianocasa.it/

Contribuenti.it: IMU illegittima, va rimborsata

Pervenute all’Associazione Contribuenti Italiani già 100 mila richieste per il modulo IMURT 2012

Sono già 100 mila le domande di assistenza ricevute dallo “Sportello del Contribuente” per ottenere il modulo IMURT 2012 per richiedere il rimborso dell’IMU versata nel corso del 2012. Secondo Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, “l’imposta municipale propria IMU è legittima e va rimborsata in quanto viola i dettami costituzionali nonché le direttive comunitarie”. La scadenza per inoltrare la domanda allo Sportello del Contribuente ed ottenere il modulo IMURT 2012 (e l’assistenza per richiedere il rimborso dell’IMU) è fissata al 28 febbraio 2013.

Nel nuovo modello IMURT 2012, si legge su ATnews, sono stati inseriti i quadri DE, PF per le persone fisiche, SP per le società di persone, ENC per gli enti non commerciali, RI, RV e AC. Per tutti è inoltre previsto il campo IO, dove inserire l’importo annuale dell’IMU pagata, da chiedere a rimborso. Le richieste pervenute allo Sportello saranno valutate in ordine cronologico per ciascuna categoria di contribuenti, con precedenza per coloro che sono in regola con il pagamento delle imposte e delle quote associative. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Contribuenti.it.

Fonte: http://www.quotidianocasa.it/

GLI ITALIANI NON SVENDONO GLI IMMOBILI

La percentuale degli italiani che pensano questo non sia il momento migliore per vendere casa cala leggermente rispetto a tre mesi fa, ma resta comunque alta: il 72% del campione intervistato da Immobiliare.it preferisce tenersi stretto ciò che possiede, temendo di dover svendere pur di chiudere le trattative.

Al contempo, torna ai livelli più bassi mai registrati dall’inizio delle rilevazioni la propensione all’acquisto: solo il 45% degli italiani intervistati pensano che sia un buon momento per comprare casa. Il breve salto oltre il 50% registrato a luglio è stato, quindi, solo momentaneo.

I dati evidenziati emergono dall’analisi dell’indice sulla fiducia immobiliare relativo al terzo trimestre 2012, realizzato attraverso oltre 60mila interviste fatte a persone che, negli ultimi 90 giorni, hanno pubblicato unannuncio immobiliare o effettuato una ricerca di casa.

“Lo scenario particolarmente critico in cui gli operatori del settore sono costretti a muoversi, tra contrazione dei volumi delle compravendite immobiliari e difficoltà conclamate per l’ottenimento di un mutuo – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – condiziona anche la percezione dei cittadini, che reagiscono con l’attendismo.”

Effettivamente, il dato che raccoglie la crescita più elevata è la percentuale di chi pensa che nel prossimo anno ci saranno tempi migliori per acquistare casa: in tre mesi la percentuale passa dal 21% al 35%. Cala solo di un punto percentuale, infine, la percentuale dei pessimisti, che ritengono questo sia un brutto momento per investire nel mattone: passiamo dal 16% di luglio ad un 15%, che conferma un trend in discesa da diverse rilevazioni.

Il dato che mostra l’inasprimento maggiore è quello connesso all’andamento dei prezzi nel mercato immobiliare. Se nella rilevazione di luglio la percentuale di italiani che prevedeva una diminuzione dei prezzi di vendita delle case era al 51% (già in crescita rispetto ad aprile, in cui era al 39%) l’ultima indagine continua a spostare l’asticella più in alto: per il 67% degli italiani, nei prossimi dodici mesi, i prezzi scenderanno e comprare casa costerà di meno. Scende, parallelamente, la quota di chi ipotizza una stabilità dei costi: è al 23,7%, mentre superava il 31% tre mesi fa ed era al 35% sei mesi fa. Davvero minoritaria, infine, la posizione di chi è convinto di un incremento dei prezzi di vendita: questo segmento non rappresenta più del 7% del campione.

Le differenze regionali

Interessante è verificare come cambino comportamenti e percezioni in base alla regione italiana d’appartenenza. Se l’ultima rilevazione vedeva lo scettro dell’ottimismo in mano a Lombardia e Toscana, adesso è la Puglia la Regione in cui il sentiment è migliore: la regione arriva al 54,6%, seguita dal Piemonte con il 53,5% di ottimisti. Da notare che queste sono le uniche regioni in cui la percentuale supera il 50%, tutte le altre restano attorno al 40%, con picchi negativi in Campania (36,8%) e nelle Marche (37,1%). I più restii all’idea di vendere sono i cittadini del Friuli Venezia Giulia (78,1%) e i Siciliani (75,7%), mentre i Lucani (62,1%) e gli Abruzzesi (63,3%) si trovano alla base della classifica.

“Analizzando più nel dettaglio le ragioni per cui si valuta sia un buon momento per comprare – continua Giordano – è emerso in maniera chiara come questa opinione sia legata alla consapevolezza che, data la difficoltà del momento, sia possibile trovare occasioni dettate dalla necessità del venditore di realizzare.”

Fonte: http://www.blog.immobiliare-italia.it/