+39 041 541 0505

SketchUp un software di Google, gratuito nella versione base, per elaborare le Piantine e fare Arredi

SketchUp è un software di Google divertente e semplice da usare e utilizzabile da chiunque e gratuitamente nella versione base.
Si può rappresentare tutto in 3D, e si possono condividere i modelli con gli amici.
Uno strumento utilissimo per le presentazioni e le inserzioni degli Agenti immobiliare.
Si può trasformare una PiantA, ridipingere la sala da pranzo, inventare un nuovo mobile, creare una nuova stanza, arredare il nuovo salotto, creare il giardino e il parco della tua nuova casa.
Si può creare una intera città con tantissimi edifici per inserirla in Google Earth. Non c’è limite a ciò che puoi creare con SketchUp. Puoi creare modelli da zero, oppure puoi scaricare ciò che ti serve.
Gli utenti di tutto il mondo condividono le proprie creazioni sulla Galleria di immagini 3D di Google.
Grazie a decine di tutorial video, e ad un Centro assistenza e a una comunità mondiale di utenti, chiunque può imparare a modellare in 3D con SketchUp.
Immagina nuovamente i tuoi spazi e la tua casa, trova, condividi e archivia modelli 3D online.
La Galleria di immagini 3D di Google è una raccolta di modelli 3D di edifici, ponti, auto, e qualsiasi altro oggetto o essere dell’universo. È completamente gratuita e cresce ogni giorno di più.
Grazie ai modelli offerti dagli appassionati di 3D e dai produttori di tutto il mondo, potrai trovarvi oggetti esistenti, oggetti che esistevano in passato e oggetti che esistono solo nella fantasia degli utenti che li hanno creati e caricati. Chiunque può contribuire alla Galleria di immagini 3D con i propri modelli.

Il software e scaricabile gratuitamente su Google SketchUp

Fonte: http://www.condivisioneimmobiliare.it/

Casa, le proposte Fiaip a favore di politiche abitative “vere”

Osserva Fiaip che le politiche abitative da parte delle Amministrazioni locali sembrano assolutamente inefficaci. Le amministrazioni Comunali continuano imperterrite a deliberare piani di edilizia agevolata, immettendo sul mercato nuove abitazioni, incuranti del fatto che le imprese edili del nostro Paese hanno in “magazzino” un milione e duecentomila immobili, invenduti, di nuova costruzione

Audizione informale, il 27 marzo 2012, dei rappresentanti della Fiaip presso la Commissione VIII Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati nell’ambito delle misure per promuovere l’accesso all’abitazione.

Ne dà conto la Fiaip con un comunicato che riportiamo di seguito.

«La Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, rappresentata dal Presidente Nazionale Paolo Righi, e dal Vice Presidente Nazionale Vicario Franco D’Onofrio è stata audita dai componenti della Commissione VIII della Camera dei Deputati, presieduta dall’On. Angelo Alessandri sulle misure perpromuovere l’accesso all’abitazione, ed ha avanzato una serie di proposte per la liberalizzazione del mercato dell’affitto e la diminuzione dell’invenduto attraverso l’intervento di imprese private, Comuni e Istituti di credito.

La Fiaip ha sottolineato come per favorire l’accesso all’abitazione delle famiglie si rende oggi necessario poter consentire canoni sostenibili per gli inquilini e ritorni economici sull’investimento immobiliare altrettanto remunerativi per i proprietari immobiliari.

Il tema della tassazione della proprietà non è perciò secondario. “Fiaip, per andare incontro ai cittadini, ha proposto nel corso dell’Audizione alla Camera dei Deputati un’esenzione dall’I.M.U. per le giovani coppie sotto i 35 anni, che sono già costrette a pagare le rate del mutuo”, ha dichiarato il Presidente Nazionale Fiaip Paolo Righi, il quale illustrando la sua relazione ai parlamentari ha voluto fare anche un confronto tra la normativa italiana e quella estera: “Negli altri Paesi esiste una tassazione sulle rendite reali degli immobili, mentre in Italia ci si basa su coefficienti che si alzano in base alle richieste di tasse. Il patrimonio immobiliare delle famiglie Italiane non deve essere usato come un bancomat, a cui lo Stato possa attingere in continuazione. L’eventuale introduzione di una tassa patrimoniale – continua Righi – allontanerebbe ulteriormente gli investitori, che opterebbero per investimenti all’estero, come in Germania, dove è garantito oggi un ottimo ritorno sull’investimento”.

Nell’ultimo trimestre del 2011 e ancora nel primo bimestre del 2012, secondo la Fiaip, sono aumentati gli investimenti immobiliari da parte degli investitori italiani in Germania. Il Governo tedesco tassa gli investimenti immobiliari sulla rendita prodotta ed infatti il ritorno medio sugli investimenti immobiliari in Germania è pari al 5,3% circa; mentre nel nostro Paese calcolando l’applicazione massima dell’aliquota I.M.U. da parte dei Comuni, corrisponde mediamente al 2,8 % e ciò provoca una forte incertezza negli investitori italiani ed esteri con conseguenze dirette sugli acquisti immobiliari effettuati in Italia.

In Italia, inoltre, vista la presenza sul mercato immobiliare di un stock di abitazione molto superiore alle richieste del mercato, stimata dal Centro Studi Fiaip in circa un milione e duecentomila unità immobiliari invendutenegli 8.092 Comuni italiani, la FIAIP ha proposto la liberalizzazione del mercato delle locazioni, oltre al fatto che contestualmente i redditi da locazione possano essere completamente assoggettati ad aliquota fissa e non cumulabili con gli altri redditi ed ha auspicato che si mantengano lesanzioni già previste per gli affitti in nero stabiliti nella Cedolare Secca (art. 3 D.lgs.n. 23/11), con l’aggravio del reato penale.

Fiaip nel corso dell’Audizione odierna ha auspicato che il contratto di locazione possa diventare “titolo esecutivo”, affinché al termine del contratto di locazione sia disposta l’immediata esecuzione dello sfratto, e le parti possano stabilire liberamente la durata della locazione. Ad una maggior durata del contratto di locazione dovrebbe corrispondere un minor carico fiscale sul proprietario e per gli inquilini la possibilità di detrarre il canone di locazione dai redditi.

Nella relazione depositata da Fiaip al termine dell’Audizione alla Camera dei Deputati si legge come : “In questo contesto, le politiche abitative fin qui poste in essere da parte delle Amministrazioni locali, sembrano assolutamente inefficaci. Le amministrazioni Comunali continuano imperterrite a deliberare piani di edilizia agevolata, immettendo sul mercato nuove abitazioni, incuranti del fatto che le imprese edili del nostro Paese hanno in “magazzino” un milione e duecentomila immobili, invenduti, di nuova costruzione”.

“Se la situazione non cambierà – dichiara il Presidente Fiaip Paolo Righi – nei prossimi anni aumenterà a dismisura la cementificazione del nostro Paese, con un aggravio di spese assolutamente improponibile per i bilanci dei Comuni. Bilanci che naturalmente dovranno essere ripianati con l’applicazione dell’aliquota massima dell’I.M.U., con un aggravio di costi pesantissimo per i proprietari, i quali a loro volta dovranno riversare tali costi sugli inquilini”.

Fiaip ritiene, infine, che un accordo tra Istituti di credito, Comuni e imprese private, possa liberare risorse che le banche potranno reimpiegare per finanziare nuove attività e per ridare credito ai bilanci delle famiglie Italiane.

“Il capitale finanziario che le banche hanno in questo momento immobilizzato a causa dell’invenduto corrisponde a circa cinquanta miliardi di Euro – ha sostenuto il Presidente Fiaip Paolo Righi nella sua relazione – e questi capitali saranno bloccati ancora per molto tempo, non permettendo agli Istituti, il loro impiego. Nel contempo, le Amministrazioni continuano ad investire risorse e a dissipare nuovi territori, con nuove costruzioni che oggi non servono».

Fonte: http://www.quotidianocasa.it/

Nomisma: mercato stabile, ma qualche segnale positivo si intravede…

In un quadro di perdurante debolezza i dati a consuntivo del 2011 evidenziano un’insospettabile capacità di tenuta del mercato immobiliare. Non pare fuori luogo ritenere che i livelli raggiunti rappresentino una soglia di resistenza sotto la quale, anche in condizioni critiche, il settore fatichi a scendere. Una sorta di nocciolo duro difficile da scalfire.
Le esigenze di assorbimento degli eccessi di produzione, da una parte, e di efficiente movimentazione dall’altra, mal si conciliano con un mercato attestato ormai da oltre un triennio sui livelli minimi. Il nostro Paese continua, infatti, a risultare piuttosto marginale nella ripartizione degli investimenti a livello continentale, denotando limiti che vanno ben oltre la crisi innescata dai timori di insostenibilità del debito pubblico. L’inadeguatezza qualitativa di gran parte dell’offerta, l’instabilità normativa e l’eccesso di burocrazia sono i principali fattori che, associati all’opacità dal punto di vista informativo, relegano l’Italia stabilmente su posizioni di retroguardia.

In tale contesto, l’imponente “magazzino” delle imprese non solo mette a repentaglio la sopravvivenza di parte di esse, ma necessariamente deprime le prospettive di ulteriore attività a medio termine.

Il fallimento della scommessa di una ripresa in tempi brevi, favorita dagli effimeri segnali positivi registrati nella prima parte del 2011, ha indotto molte realtà ad aggrapparsi a valutazioni che il mercato non era più disposto a riconoscere, creando le condizioni per l’attuale illiquidità. La trappola di aspettative illusorie ha impedito l’adozione di strategie adattive, che avrebbero probabilmente creato le condizioni per una graduale ripartenza, senza che si rendessero necessari passaggi traumatici. Come già accadde alla fine degli anni ’90, si prospetta, dunque, una fase in cui la movimentazione di interi portafogli o addirittura di veicoli favorirà la riduzione delle distanze tra domanda e offerta, ponendo basi più congrue su cui poggiare le ambizioni di rilancio.

Nelle 13 città intermedie, rappresentative dell’aggregato dei mercati secondari, il quadro congiunturale riferito al 2011 e ai primi mesi del 2012 si conferma negativo.
Anche i tempi medi di vendita e locazione si sono ulteriormente dilatati e, a fronte di un’offerta crescente e disposta a rivedere al ribasso il prezzo richiesto, è la domanda che, indebolita dalla congiuntura economica generale, fa valere una ridotta capacità di spesa e con aspettative divergenti rispetto alla controparte.

Nonostante il quadro negativo espresso da tutti gli indicatori del mercato i prezzi fanno registrare oscillazioni negative contenute confermando, anche per i mercati periferici, il fattore di rigidità. Nella media dei mercati monitorati i prezzi subiscono una variazione annua nominale pari a -1,9% per le abitazioni nuove, a -2,2% per quelle usate, a -1,9% per i negozi, a -2,3% per gli uffici, a -1,7% per i box e garage e a -4,6% per i capannoni industriali.
Da segnalare che, dopo un 2010 contrassegnato da un allentamento della flessione dei prezzi per tutte le tipologie, nel 2011 è cresciuta nuovamente l’intensità del calo. Se un anno fa la dinamica di questo indicatore era stata interpretata come tendenza dei prezzi a stabilizzarsi, a consuntivo dell’anno trascorso questa interpretazione viene smentita da un’accentuazione della flessione.

Gli sconti mediamente praticati sul prezzo richiesto, dal 2008 sono progressivamente cresciuti, raggiungendo livelli piuttosto elevati e, in media, più alti di quelli registrati nei 13 maggiori mercati italiani.

Luca Dondi, responsabile dell’Ufficio Studi, conclude: Le quasi 600 mila transazioni residenziali sul versante al dettaglio e i circa 4,3 miliardi di investimenti su quello corporate rappresentano, infatti, livelli superiori alle attese. Se non vi sono dubbi che i risultati dell’anno appena conclusosi vadano interpretati come un segnale tutto sommato positivo, in ragione del fondato rischio di un tracollo ben peggiore, è altrettanto evidente rappresentino un ammontare troppo esiguo per un settore che si era strutturato pianificando un turnover di gran lunga superiore.

Fonte:  http://www.blogagenzieimmobiliari.it/

Catasto, l'abc della riforma

Mentre continua la “lotteria-imu” e i cittadini scommettono su quanto dovranno pagare per la nuova imposta sugli immobili, il governo monti prepara una riforma del catasto che dovrebbe cambiare le regole del gioco.  Obiettivo della riforma è quello di ridistribuire il prelievo senza aumentare il gettito, per permettere ai proprietari di case meno abbienti di pagare meno tasse

Quest’anno l’imu si pagherà in base ad un catasto che fotografa il mercato immobiliare del biennio 1988-1989, ormai ben lontano dagli attuali valori. La riforma-di cui è già pronta una bozza che verrà discussa la settimana prossima- prevede una riclassificazione non più basata sui vani, ma sui metri quadrati e l’effettivo valore di mercato degli immobili. Per evitare che due immobili con la stessa superficie, ma diversa distribuzione, siano tassati in maniera diversa, e che i prorietari di loft di lusso del centro storico di una grande città paghino un imu irrisorio perché la casa e la zona in cui sorge è stata rivalutata nel corso degli anni

La nuova riforma non sarà pronta in poco tempo, saranno necessari alcuni anni e il lavoro congiunto degli agenti del territorio. Il primo passo consisterà in dividere il territorio di ogni comune in tanti “ambiti territoriali del mercato” per distinguere- ad esempio- una zona del centro da una zona periferica e residenziale. in secondo luogo si rivedranno le categorie catastali per  introdurre categorie più semplici e con un maggior legame con il mercato. Il terzo e conclusivo step sarà quello di attribuire un valore fiscale ad ogni singolo immobile, in base all’ambito territoriale e alle caratteristiche dell’edificio.  Il valore sarà aggiornato periodicamente grazie ad un algoritmo

Quando la riforma sarà operativa, l’imposta imu si pagherà sulla base di questi valori. Considerando però le aliquote appicate dai singoli comuni che potrebbero far aumentare, e di molto, l’importo dovuto

Fonte: http://www.idealista.it/

IMU, aliquote scontate se il canone è concordato?

Contrarietà del sindacato Uil alla ventilata ipotesi di un’eventuale riduzione di aliquota IMU per i proprietari che concedono in locazione i propri immobili a canone concordato. C’è già infatti il precedente della cedolare secca che avrebbe dovuto conseguire per l’appunto l’effetto (sperato?) di favorire l’applicazione di affitti più equi. Purtroppo non risulta che le cose siano andate in quella direzione

Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL, ha affidato a un comunicato il proprio disappunto per l’ipotesi fatta circolare fra gli addetti ai lavori in questi giorni su eventuali riduzioni IMU per i patrimoni immobiliari di grandi dimensioni qualora dovessero concedere in locazione immobili a canone concordato.

Una soluzione ritenuta dal sindacato semplicemente impraticabile.

«Se ci sono risorse pubbliche – Così Loy – per attenuare l’impatto dell’IMU sulle famiglie, queste vadano utilizzate per alleggerire il carico fiscale di chi le tasse le paga fino all’ultimo euro, cioè i lavoratori e pensionati e non gli “immobiliaristi”».

In particolare la Uil ritiene che detti immobiliaristi abbiano già ricevuto non molto tempo fa un regalo da parte dell’allora Governo Berlusconi, grazie all’introduzione della cosiddetta cedolare secca.

Bisogna poi sgombrare il campo dall’equivoco che la riduzione dell’IMU andrebbe ad alleggerire il carico fiscale degli inquilini.

L’ipotesi di diminuire l’aliquota IMU per gli affitti a canone concordato è inaccettabile per il semplice motivo che «questa imposta non grava sugli inquilini, bensì sui proprietari».

Si potrebbe però ritenere utile lo sgravio fiscale per incentivare il ricorso al canone concordato.

Neppure questa considerazione risulta però credibile nei fatti.

E’ stata d’altra parte questa la motivazione, non unica certo, che ha portato all’introduzione della cedolare secca.

A quanto risulta però il ricorso al canone concordato, a seguito del provvedimento che ha introdotto la cedolare secca, non ha fatto registrare alcuna impennata, visto che i proprietari semplicemente non ne hanno ritenuto conveniente l’applicazione.

Fonte: http://www.quotidianocasa.it/

Quando il marketing immobiliare corre sul web

Internet ha sicuramente cambiato il nostro modo di vivere ed anche quello di fare business. Cose e strumenti che erano impensabili fino a 10 anni fa sono ora all’ordine del giorno.

Internet è entrata di gran carriera anche nel mondo immobiliare, solitamente un pò più restio ad accogliere le innovazioni. Ed oggi molti di noi hanno a che fare con siti, portali, annunci on line…ed anche con i social network.

Il punto di partenza è sicuramente una presa di coscienza: non possiamo più pensare come negli anno ’80, qualcosa è davvero cambiato.

E’ cambiata la cosiddetta “geografia mediale”, ossia il modo in cui noi viviamo i media e il modo in cui loro ci condizionano. La TV, centrale fino a pochi anni fa nella pubblicità e nel marketing, sta lasciando sempre più campo a internet e ai social media.

E’ ormai noto a tutti che nel prime time, ossia nell’arco temporale dalle 20.30 alle 22.45 circa, internet fa più utenti della TV generalista. Questo vuol dire che dobbiamo considerare un nuovo media e rapportarci a lui con intelligenza e rispetto.

Il dato ancora più interessante è che questi famosi utenti del “prime time” non sono i cosiddetti “smanettoni”, quelli appassionati di tecnologia e i ragazzi…ma anche le ancor più note “Casalinghe di Voghera”, ossia la gente comune!

Siamo noi che stiamo dando fiato ed adito alla rivoluzione web. Siamo noi che stiamo cambiando le cose, in un certo senso.

Cosa fare quindi nel nostro lavoro?

Prima di tutto apriamo un sito, qualora non lo avessimo già. E aggiorniamolo. Rendiamolo interessante.

Sperimentiamo. Usiamo Facebook e i social network.

Interessiamoci.

Il mondo non sta a guardare!

Fonte: http://www.blogagenzieimmobiliari.it/