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Contrarietà del sindacato Uil alla ventilata ipotesi di un’eventuale riduzione di aliquota IMU per i proprietari che concedono in locazione i propri immobili a canone concordato. C’è già infatti il precedente della cedolare secca che avrebbe dovuto conseguire per l’appunto l’effetto (sperato?) di favorire l’applicazione di affitti più equi. Purtroppo non risulta che le cose siano andate in quella direzione

Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL, ha affidato a un comunicato il proprio disappunto per l’ipotesi fatta circolare fra gli addetti ai lavori in questi giorni su eventuali riduzioni IMU per i patrimoni immobiliari di grandi dimensioni qualora dovessero concedere in locazione immobili a canone concordato.

Una soluzione ritenuta dal sindacato semplicemente impraticabile.

«Se ci sono risorse pubbliche – Così Loy – per attenuare l’impatto dell’IMU sulle famiglie, queste vadano utilizzate per alleggerire il carico fiscale di chi le tasse le paga fino all’ultimo euro, cioè i lavoratori e pensionati e non gli “immobiliaristi”».

In particolare la Uil ritiene che detti immobiliaristi abbiano già ricevuto non molto tempo fa un regalo da parte dell’allora Governo Berlusconi, grazie all’introduzione della cosiddetta cedolare secca.

Bisogna poi sgombrare il campo dall’equivoco che la riduzione dell’IMU andrebbe ad alleggerire il carico fiscale degli inquilini.

L’ipotesi di diminuire l’aliquota IMU per gli affitti a canone concordato è inaccettabile per il semplice motivo che «questa imposta non grava sugli inquilini, bensì sui proprietari».

Si potrebbe però ritenere utile lo sgravio fiscale per incentivare il ricorso al canone concordato.

Neppure questa considerazione risulta però credibile nei fatti.

E’ stata d’altra parte questa la motivazione, non unica certo, che ha portato all’introduzione della cedolare secca.

A quanto risulta però il ricorso al canone concordato, a seguito del provvedimento che ha introdotto la cedolare secca, non ha fatto registrare alcuna impennata, visto che i proprietari semplicemente non ne hanno ritenuto conveniente l’applicazione.

Fonte: http://www.quotidianocasa.it/